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Liberalismo e Cristianesimo, economia di mercato e Magistero Sociale della Chiesa: un confronto incrociato, che si dipana sino ai nostri giorni. Nella schiera dei protagonisti di questo percorso, l'autore colloca Angelo Costa, attraverso una minuziosa ricostruzione dei suoi primi interventi pubblici: dalla lettera a Luigi Einaudi, dell'estate 1942, al discorso d'insediamento alla presidenza della Confindustria, nel 1945. Affermato imprenditore e più volte leader dell'associazione degli industriali (1945-1955/1966-1970), Angelo Costa viene qui presentato nel suo percorso formativo di uomo di speculazione e di praxis. L'imprenditore genovese "presenta", in queste pagine, la propria Weltanshauung: un "metodo" di libertà, ove si sposano la tradizione cattolica e liberale ottocentesca e le influenze di "maestri" ed estimatori (Zappa, Cabiati, Einaudi, Bresciani-Turroni), secondo le intonazioni tipiche del nascente ordoliberalismo. Muovendosi con disinvoltura tra teoria economica ed etica, tra politica e religione, Costa può essere considerato un autentico, originale erede della tradizione cattolico-liberale ottocentesca nell'Italia del secondo dopoguerra.